Nel nome della Madre. La Papessa che non fu mai

Nel nome della Madre. La Papessa che non fu mai

È morto Papa Francesco. Un altro uomo di Dio è tornato alla casa del Padre. E mentre il mondo si chiede chi siederà sul trono di Pietro, io mi domando ancora: quando sarà il tempo della Madre?

Dopo duemila anni di cristianesimo, la Chiesa cattolica resta una roccaforte maschile.

Nei riti, nei simboli, nelle stanze del potere, aleggia sempre e solo il pronome maschile: lui, padre, vescovo, Papa.


E le donne?
Le donne sono rimaste ai margini, sante e silenziate, devote e invisibili, potenti, ma mai incoronate.

Il culto senza il potere

Nessuna religione ha mai venerato una donna quanto la Chiesa venera Maria.

Eppure la Chiesa non ha fatto cancora abbastanza per darle voce e dare voce e un posto di rilievo alle donne.

Maria, la Madre di Dio, regina dei cieli, è l’archetipo perfetto della devozione muta: pura, immobile, in ascolto. Non predica, non guida, non decide.

È persino vergine nonostante abbia dovuto partorire comunque con dolore e nel freddo di una capanna, senza nemmeno provare le gioie del concepimento con l'unione amorosa.

È la donna ideale per un potere maschile: presente, ma innocua, casta e devota, che si fa carico del dolore senza alcuna lamentela e rimostranza.

E se si osa uscire dal ruolo di madre, la donna diventa minaccia.

Maria Maddalena, colei che vide il Cristo risorto per prima, è stata ridotta per secoli a prostituta pentita. La "sposa spirituale", la sapiente, l’apostola degli apostoli, è stata censurata, fraintesa, spogliata del suo sapere.

Le figlie della luce taciuta

Eppure, la storia è piena di donne che hanno brillato di luce divina, nonostante tutto.


Ildegarda di Bingen, mistica, guaritrice, musicista, consigliera di papi e imperatori, scriveva visioni infuocate che oggi brucerebbero ancora le dita dei cardinali.

Santa Chiara, compagna spirituale di San Francesco d'Assisi, che rifiutò ogni possesso, ma mai il diritto di fondare e guidare il suo ordine di monache.

Giovanna d’Arco, guerriera in armatura e in preghiera, arsa sul rogo per aver osato comandare uomini sotto il vessillo celeste.

Teresa d’Avila, che riscrisse la via mistica come un viaggio estatico tra corpo e anima.

Caterina da Siena, che dettava lettere infuocate ai pontefici, ma che mai avrebbe potuto sedere sul loro trono.

E poi Madre Teresa di Calcutta, faro di compassione, icona globale… ma sempre ancella, mai sovrana.

Sono le Papesse di fatto, mai di diritto.


Donne che hanno ispirato, curato, profetizzato. Ma che non hanno mai potuto alzare la mano in un Conclave.

Il femminile magico e la paura che brucia

La Chiesa ha bruciato le streghe, ma ha sempre fatto magia.

Nel nome di Dio, ha celebrato riti che sarebbero bastati, in altri tempi, per mandare al rogo chiunque li compisse: l'acqua che si trasforma in vino, il pane che diventa carne, una vergine che genera un figlio, un morto che risorge.


La liturgia cattolica è un intreccio di simboli, incantesimi, trasmutazioni. È alchimia maschile legalizzata, messa in scena da uomini in abiti rituali, con formule antiche e gesti codificati.

Eppure, quando il sapere magico e intuitivo abitava le mani di una donna, era eretico.
Quando a raccogliere erbe, leggere i sogni, guarire con le mani era una donna, veniva chiamata strega.

Tra il XIII e il XVIII secolo, milioni di donne furono perseguitate, torturate, arse vive. Non per superstizione. Ma perché sapevano. Perché parlavano con la luna, con la natura, con l’invisibile. Perché non avevano bisogno di un prete per sentire Dio.

Il femminile sacro è sempre stato spiritualità incarnata. Un sapere che non si studia sui testi, ma si sente nel corpo. Ed è proprio questo che la Chiesa ha voluto reprimere: una via al divino non mediata, non controllabile, non gerarchica.

E così ha costruito la sua autorità anche su un genocidio culturale: quello delle guaritrici, delle ostetriche, delle mistiche selvagge, delle sapienti del popolo.

La Papessa e il tarocco proibito

C’è una leggenda, antica come il bisogno di verità: quella della Papessa Giovanna, donna colta e devota, salita sul soglio di Pietro travestita da uomo, col nome pontificale di Giovanni VIII dall'855 all'857 d.C.

Scoperta solo al momento del parto, venne linciata dalla folla. Vera o falsa che sia, la sua storia dice tutto ciò che serve sapere: la donna che guida la Chiesa è ancora un mito da nascondere, un archetipo da temere.

Nel mazzo dei Tarocchi, la Papessa è l’arcano numero II: simbolo di intuizione, mistero, conoscenza occulta, saggezza e desiderio di approfondire la comprensione della realtà, sia spirituale che materiale. È spesso associata alla conoscenza segreta, alla fede e al silenzio contemplativo. In ambito amoroso, può indicare un desiderio di legami nuovi e profondi, basati sulla consapevolezza e sull'intuizione.

Nel mazzo della realtà, è una carta che non si può giocare.

Cardinali mai: il dogma dell’esclusione

Nel 2025, la Chiesa cattolica continua a negare alle donne l’accesso al cardinalato, al sacerdozio, e ovviamente al pontificato.

“Non è una questione di valore” – dicono. Ma di natura, tradizione, teologia.

Eppure, non è forse il cuore del Vangelo il superamento dei ruoli, delle caste, delle convenzioni?

Non è forse Cristo stesso ad aver scelto come primi testimon della sua resurrezione i le donne e ad essersi incarnato grazie al corpo di sua Madre?

Il corpo di Cristo quindi passa attraverso il corpo di una donna.

Allora perché tanto timore?

Forse perché una donna con potere spirituale scuote la struttura dalle fondamenta.

Perché porta con sé un altro modo di intendere il sacro: non gerarchico, ma ciclico. Non dogmatico, ma vivente. Non basato sull’autorità, ma sull’ascolto e la mutevolezza, perchè la vita in sè è cambiamento e non immobilità.

Visione alchemica per una Chiesa futura

Immagina quindi una Chiesa dove una donna possa diventare Papessa. Dove il corpo non sia un ostacolo, ma un tempio da onorare e celebrare nella sua magnificenza, meraviglia e mistero che è l'esistenza.

Una Chiesa in cui la liturgia accolga la danza, il silenzio, la voce dell'amorevolezza femminile che abbraccia il maschile. Dove il confessionale non sia gabbia, ma un cerchio di ascolto senza giudizio, come nelle antiche tribù indiane.

Immagina una Messa celebrata da una Papessa: le mani segnate bagnate di rugiada, la voce ferma e fertile, l’altare trasformato in giardino.

Forse allora la Chiesa ritroverebbe ciò che ha perso: la completezza del messaggio di amore universale delle origini.

L’unità degli opposti. Il maschile e il femminile, il sole e la luna, Pietro e Maddalena.

Nel nome della Madre

Forse la prossima rivoluzione non nascerà dai conclavi, ma dalle cucine delle mistiche, dalle tende rosse delle nuove sante, dai cerchi delle donne che pregano in lingue dimenticate, dall'onore ridato al sangue mestruale e al portale della menopausa, dal vivere con sacralità ogni gesto e respiro, anche la sessualità.

Forse non sarà mai scritta nelle cronache vaticane, ma sarà sussurrata nel ventre della Madre Terra.

Nel nome del Padre, del Figlio, ma anche – finalmente – della Madre.
Che non muore mai.
Che aspetta.
Che sa.
Che genera.
E che presto, molto presto, parlerà.

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Melissa Mattiussi

dott.ssa Melissa Mattiussi


Fondatrice di GINECOMAGIA®️ - Arti per la guarigione femminile.

Come Feminine Healer Melissa si dedica a guidare le donne verso una connessione più profonda con la loro energia femminile e il loro benessere. Grazie a una combinazione di pratiche ancestrali, sciamaniche e conoscenze moderne basate su evidenze scientifiche, offre percorsi di coaching unici di guarigione mestruale e trasformazione personale sulle tematiche legate al femminile.

La sua missione è aiutare le donne a ritrovare il loro equilibrio naturale e a vivere ogni fase del ciclo mestruale, della menopausa e della vita con serenità e consapevolezza. Creda fermamente che ogni donna abbia dentro di sé il potere di guarire e trasformare la propria vita, e il suo ruolo è quello di facilitare questo processo attraverso la danza, lo yoga, le pratiche fisiche energetiche e artistiche, l'alimentazione vegetale, la meditazione e tecniche di consapevole emotiva e spirituale.

La sua passione per la guarigione femminile nasce da una personale esperienza di trasformazione. Dopo anni di sofferenza a causa di disagi mestruali, ha intrapreso un percorso di studi e ricerche per trovare soluzioni naturali e olistiche. Questo viaggio, dopo la Laurea in Lettere, l'ha portata a conseguire vari diplomi in discipline olistiche, terapeutiche e di gestione delle emozioni e dell'energia.

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Feminine Healer, Coach e Terapeuta di Feminine Healing Arts per il Benessere Naturale e la Libertà Consapevole.

Leader in Consapevolezza Ciclica Mestruale ed Ecologia Femminile.

Specializzata come DanzaMovimentoTerapeuta, Danzatrice, Insegnante di Yoga, Food Coach Veganic, Erbalista, Coach di Gin-Ecologia Emozionale Naturale, Tao Tantric Arts Healer, Conscious Menstruality Mentor, Coach di PNL Neurosemantica.

Laureata in Lettere. Giornalista.
Autrice del libro "Mangia, Danza, Ama. Manuale di riequilibrio fisico, emozionale, energetico e spirituale per donne sane, libere e felici".

Manager responsabile organizzativa, didattica e della comunicazione della Veganic Academy, dei Detox Veganic e del Master Veganic del Dott. Michele Riefoli.

Segretaria dell'Associazione Aps Ottavo Senso - Consapevolezza del Benessere e membro del CONACREIS (Coordinamento Nazionale delle Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore Spirituale).

Membro del Comitato Tecnico Scientifico di AssoVegan e VEGANOK.

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